martedì 30 novembre 2010

suicidarsi a 95 anni è prodigioso

<< "Scendi da lì" dice Clarissa. Parla adagio e a voce alta, come se si rivolgesse a uno straniero. Richard annuisce e non si muove. La sua testa devastata, battuta dalla luce del giorno è geologica. La sua carne è raggrinzita e piena di cicatrici, percorsa da solchi, come una pietra del deserto. 
Dice: "Non so se posso affrontarlo, sai. La festa e la cerimonia, e poi l'ora dopo e l'ora dopo ancora." 
"Non devi andare alla festa. Non devi andare alla cerimonia. Non devi fare niente." 
"Ma ci sono ancora le ore, no? Una e poi un'altra, passi una e poi, mio Dio, dopo c'è l'altra. Sono così malato."
"Hai ancora delle giornate buone. Lo sai che è così."
"Non veramente. E' gentile da parte tua dire così, ma è un po' di tempo che lo sento, che si chiude intorno a me come la bocca di un fiore gigantesco. Non è un'analogia peculiare? E' così che sembra, però. Ha una certa inevitabilità vegetale. Pensa alle piante carnivore. Pensa ai kudzu capaci di soffocare una foresta. E' una specie di progresso succoso, verde, rigoglioso. Che spinge verso... Be' lo sai. Il silenzio verde. Non è buffo che anche adesso sia difficile dire la parola 'morte'?">> (dal libro di Michael Cunningham, "Le ore")

1915-2010
beffardo e stupefacente Mario Monicelli
(che mi guardi con quegli occhi lì)

2 commenti:

  1. non so bene cosa pensare di questo 95enne che si lancia dalla finestra, però apprezzo molto la citazione :)

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