lunedì 4 ottobre 2010

MILANO come CLOE, città invisibile.



"LE CITTà COME I SOGNI SONO COSTRUITE DI DESIDERI E PAURE, ANCHE SE IL FILO DEL LORO DISCORSO è SEGRETO, LE LORO REGOLE ASSURDE, LE PROSPETTIVE INGANNEVOLI, E OGNI COSA NE NASCONDE UN'ALTRA."



"A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose uno dell'altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s'incrociano per un secondo e poi si fuggono, cercano altri sguardi, non si fermano. 
(...)
Così tra chi per caso si trova a ripararsi dalla pioggia sotto il portico, o si accalca sotto un tendone del bazar, o sosta ad ascoltare la banda in piazza, si consumano incontri, seduzioni, amplessi, orge, senza che ci si scambi una parola, senza che ci si sfiori con un dito, quasi senza alzare gli occhi."






2 commenti:

  1. Qualcosa sulla mia città.
    Via Indipendenza. Sabato pomeriggio. Uomo con cane seduto sul baule. Prima ne aveva due. Vederlo così, col suo sassofono in mano, un po' spaurito. Che non suona. Non suona mai questo cazzo di uomo col cane. Se ne stà lì come una porcellana in un salotto di signora, e accumula la polvere. Eccolo là, il tableau vivent, a sguardo dei passanti claudicanti. E prima ne aveva due. Due bei cagnoni uguali assai peluti, color ruggine marrone di balcone condominiale. Ed era quella l'attrattiva. I cani. Che il bolognese medio c'ha un appettito isterico per la petterie, le donne soprattutto, anche anziane. Col pupazzo canino si sciolgono. Rasentano l'orgasmo glossolalico. Ga ghi ga go gù. Ma adesso a vedere l'uomo così, con quel berretto di paglia con la striscia nera e un cane solo. Ma a chi vuole raccontarla? La sua potenza acchiappa-passanti s'è dimezzata, ed anzi non solo dimezzata, si sente proprio il vuoto. Che tristezza per Giobbe... È come vedere Ciccio senza Franco o Yoghi senza Bubu. Un senso di morte che abbatte il comico, o forse lo eleva. Ecco cosa comunica adesso quell'uomo che dovrebbe allietare il passeggio metropolitano dei bolognesi con la sua eccentricità di uomo paffuto con due cani uguali. Ma ormai se l'è fottuta quella. Adesso l'unica cosa che quell'uomo dice è: uno dei miei due cani È MORTO. E tu pensi "Ma chissà come è morto il cane..." Schiacciato da una macchina, ansimante di cimurro, o forse è morto per la musica, quando l'uomo ha cominciato a suonare?

    Keepgoing Susanna.
    Gianluca G.

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